Manuel frequenta la quinta classe e, come tutti i bravi alunni, ogni giorno se ne va a scuola per apprendere ma,…
Venerdì 1 di febbraio la sua insegnante, Lidia, è assente e così, come in tutte le classi normali di questo mondo, Manuel e i suoi 63 compagni di classe, dopo essere stati buoni per un po’ incominciano a fare baccano e l’insegnante della classe accanto, come in tutte le scuole normali di questo mondo, interviene per zittirli ma, questi pochi minuti dopo rincominciano a far registrare un aumento dei decibel e ciò si ripete puntualmente dopo ogni intervento del professore della porta accanto fino a quando, stanco, si decide di mandarli tutti a casa.
Martedì 5 di febbraio la scuola riprende. Si! Perché essendo la domenica 3 festa nazionale, il giorno di vacanza viene recuperato il lunedì. Riappare anche l’insegnante Lidia ed il collega la informa puntualmente dell’accaduto. Risultato? Lidia prende a legnate – nel vero senso del termine perché usa un pezzo di legno – tutti gli alunni, dal primo all’ultimo, ingiungendo di presentarsi il giorno seguente con tanto di zappa per capinare, ossia per pulire dalle erbacce i dintorni della scuola.
Mercoledì mattino. Manuel si ricorda della cosa solo l’ultimo minuto prima di uscire per andare a scuola e, senza fornire spiegazioni, si presenta per chiedermi una zappa. Meravigliato lo liquido dicendogli che a scuola ci deve andare con i libri, non con la zappa. Lui ci va! Ma, poiché non ha con se l’attrezzo agricolo richiesto miete una seconda dose di legnate.
Giovedì mattino. Manuel, sempre all’ultimo minuto, domanda della zappa e alla richiesta di spiegazioni risponde confusamente. Gli dico che mi risulta che il giorno scolastico dedicato alle attività pratiche e alla cura dell’ambiente sia il sabato. Lui se ne va a scuola dove, questa volta, riceve solo una bella sgridata accompagnata dall’ordine perentorio di comparire il giorno dopo con la zappa. Altrimenti…!!!
Venerdì mattino. Finalmente qualche attimo prima dell’ultimo minuto antecedente l’ora di scuola, Manuel trova il coraggio di raccontare qualcosa della storia del baccano, delle botte, della zappa… Temendo di aver capito male e con le botte prese da Manuel sulla coscienza chiamo uno dei più grandi al quale chiedo di farsi raccontare bene la storia, in dialetto ronga se necessario, per permettergli di esprimersi meglio. E così, qualche minuto dopo, Manuel si presenta alla maestra trionfante e sorridente. Con la sua brava zappa in spalla. Sicuro che tutto sarebbe filato via liscio come l’olio. Ebbene! Ci credete? Quel venerdì fu veramente nero per lui e per i suoi amici che si presentarono con la zappa. Si presero una dose supplementare di legnate perché l’attrezzo che tenevano tra le mani non era altro che la prova inconfutabile che nei giorni precedenti avevano disatteso al precetto zappatorio.
Asperti Alessandro