Vangelo Gv 6, 1-15
Era vicina la Pasqua, la festa dei giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”… Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie , li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
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Nel racconto di Giovanni, Gesù non solamente compie il miracolo, ma lui stesso in persona distribuisce ai presenti il pane e i pesci moltiplicati. L’evangelista intende sottolineare l’assoluta centralità di Cristo nell’opera redentrice, con la quale intende sfamare, sia materialmente che spiritualmente, tutti gli uomini. Anche la mediazione, però, è messa chiaramente in luce. Gesù esige la consegna dei cinque pani e dei due pesci che il ragazzo possiede; comanda che si raccolgano i resti, che dovranno essere distribuiti dagli apostoli alle dodici tribù d’Israele, rappresentative dell’umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Questi riferimenti sono così importanti, che Gesù si ritira in disparte angustiato, quando le folle sfamate dimostrano di non averli compresi. E noi li abbiamo compresi? Quando partecipiamo all’eucaristia, anche se è dono già tutto preparato da Cristo, ci premuriamo almeno di portare all’offertorio quel poco di bene che abbiamo compiuto durante la settimana? Viviamo il “dopo messa” come impegno a donare ai fratelli, in particolare a quelli assenti dalla celebrazione, quanto Cristo ci ha donato con abbondanza