Vangelo Gv 5, 31-47
In quel tempo Gesù rispose ai giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera… Voi avete inviato messaggeri da Giovanni… Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere… E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me…”..
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Le inconfondibili argomentazioni di Gesù spaccano i suoi uditori in due gruppi ben distinti di persone: quelle che l’accolgono e quelle che lo respingono. Come avvenne ai tempi dell’evangelista, così avviene ai nostri giorni. Non mancano persone, apparentemente giuste e incensurate, le quali, pur di essere fra coloro che nella vita occupano posti di prestigio, mettono da parte le parole di Gesù e ne respingono il valore profetico. In tal modo non sono in grado di assaporare le autentiche gioie della verità. Riteniamo convincenti le prove che Gesù ci fornisce a favore della sua divinità? Allora, da che parte stiamo? A fatti, non semplicemente a parole.