Vangelo Gv 5, 17-30
In quel tempo Gesù rispose ai giudei: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero… Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio…chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna”.
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Giovanni riporta questo avvenimento, perché nella comunità ecclesiale, alla fine del primo secolo, era ancora molto diffusa, specialmente fra i giudei convertiti, la mentalità che fosse l’osservanza della legge a comunicare la salvezza. Queste persone, poi, giudicava no aspramente i fratelli che non si attenevano alle rigide osservanze legali. La Parola, oggi, è donata a noi. Molte volte corriamo il rischio di fermarci alle pratiche religiose, dimenticando che sono un mezzo e non il fine della vita cristiana. Lo scopo ultimo è il contatto vivo e costante con la persona stessa di Cristo, unica fonte di salvezza. Se Gesù diviene l’unico punto di riferimento, allora non è nemmeno necessario che noi attendiamo, con il fiato sospeso, il giudizio finale al termine della nostra vita. Gesù, infatti, afferma che, chi ascolta la sua parola e crede nel Padre, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, perché è già passato dalla morte alla vita.