Vangelo Gv 4, 43-54
Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao… Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”… Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù.
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Per potersi nutrire di certi frutti, è indispensabile penetrare all’interno della scorza o del guscio. I prodigi biblici si possono paragonare ai frutti sopra descritti. Se ci fermiamo al prodigio in sé (il guscio), possiamo al massimo esultare per la bellezza esteriore dell’avvenimento; solamente se lo percepiamo come segno (il frutto), siamo in grado di afferrarne il messaggio divino che contiene, applicarlo a noi stessi, ottenere la salvezza che significa. I sacramenti, la parola di Dio, la perfezione del creato, gli avvenimenti quotidiani sono prodigi. Se ci fermiamo alla sola apparenza, e non penetriamo nel loro profondo mistero, perdiamo preziose occasioni di essere rafforzati nella fede e santificati nella grazia.