… «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”… Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio… Si alzò e tornò da suo padre… suo padre lo vide, ebbe compassione …. “Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”… Il figlio maggiore si trovava nei campi… “ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”… ».
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Non va tanto accentuato il fatto del figlio che si era perduto perché la parabola è tutta incentrata sul fratello che non lo ha voluto accogliere. La parabola non è per il peccatore, ma per il fratello che non l’ha accolto; era rivolta al popolo ebraico che non voleva ricevere i pagani. Infatti, il grande problema sono i fratelli che non accolgono. «Ha sperperato tutto il denaro in bagordi e prostitute e tu gli fai anche festa, bella giustizia, ma mandalo via!» e il padre invece gli dice: «Figlio mio, tu sei sempre stato con me, quello che è mio è tuo, questo figlio era morto, è resuscitato, era perduto ed è ritornato». Il problema era questo: quel figlio era stato sempre nella casa del padre, ma non era mai entrato nel cuore del padre. Quando diventiamo esigenti verso gli altri, e prima non ci chiediamo se per caso abbiamo la trave nei nostri occhi , sarà meglio che facciamo un’ora di adorazione! Solo entrando nel cuore del Padre si capisce, si fa festa! Per capire queste cose dovete stare con Dio!