Mozambico, 3/4/2014 – 30/4/2014
Quando mi è stato chiesto di scrivere due righe relative alla mia esperienza in Africa, sono stata subito entusiasta.. Non vedevo l’ ora di comunicare e raccontare la mia breve storia e ciò che avevo vissuto in questo mese.
Poi mi sono soffermata e mi sono accorta che quello che avrei dovuto raccontare non era solo ciò che avevo visto, ma ciò che avevo “vissuto”… Le mie emozioni e le mie sensazioni..
Per natura non è facile descrivere a parole, quello che si sente nel cuore.. A maggior ragione, dopo una tale esperienza, fuori dal comune per la maggior parte di noi, trasmettere questi pensieri, mi risultava totalmente impossibile..
Come potrei raccontare del colore del cielo…? Come potrei mostrare sotto i piedi, la rossa terra dell’ Africa che sembrava ricordarmi ogni volta che la calpestavo, da dove veniamo… e a chi apparteniamo? Come cogliere la tenerezza e la semplicità di tutti quei bimbi che racchiudono paure e speranze in quegli occhioni così grandi da farmi innamorare?
Durante il lungo viaggio in aereo immaginavo cosa avrei trovato.. Non sono partita con la presunzione di cambiare la storia, di dare chissà quale apporto.. Sono partita con l’umiltà di toccare con mano una realtà che nel benessere quotidiano in cui vivo, non riuscivo a comprendere nel suo senso più profondo… Ed ora che sono tornata, sono consapevole del fatto che è più ciò che il Mozambico ha dato a me, rispetto a ciò che io ho dato a loro..
Ha cambiato il mio modo di vedere le cose. E’ cambiato il senso del fare.. Ha mosso i miei sentimenti toccando il profondo del mio cuore.. Ha dato luce ai sorrisi che ho incontrato, e ogni lacrima ha racchiuso dentro di se i tanti perché della vita..
Nel cuore dell’ Africa, i vissuti delle persone sono totalmente diversi… Dalla prima domenica, trascorsa oltre il fiume Incomati con Padre Luca, per la benedizione delle capanne, mi sono resa conto che tutto scorre sotto altri tempi… La vita è un dono, dal primo all’ ultimo giorno…
I bambini più fortunati si permettono di giocare, con tutto ciò che di divertente trovano intorno a loro… Spesso sfidandosi lanciando sassolini in piccoli buchi.. Spesso intrecciando scudi e spade con rami di piante… I più fortunati, nella missione, tirano calci a un pallone sgonfio, toccano il cielo sulle loro altalene o immaginano sogni di gloria intorno al calciobalilla..
Ma spesso, fin da piccoli, li aspetta la campagna… Tutta la sopravvivenza è legata al raccolto … Al lavoro nei campi, e ti senti ricco se hai la fortuna di avere una capretta… Ma quante preghiere a Dio per preservare i frutti di tanta fatica… Quanti bimbi sottratti alla semplicità dei loro giochi, per accudire distese di riso o per accompagnare le donne ai banchi, disposti senza ordine sul ciglio di ogni strada…
Quando a 6 anni ti ritrovi a zappare la terra, o a fare km per raggiungere la pompa dell’acqua per poter dissetare chi vive con te in una capanna, ti rendi conto forse, che non c’è tempo per lamentarsi, o per scherzare… In ogni loro gesto percepivo ingenuità e semplicità..
Un giorno abbiamo accompagnato una giovane donna in ospedale.. Sofferente da mesi, mi chiedo tuttora, se sia sopravvissuta o se sia stata anche lei una delle mille vittime della malaria o dell’ aids… Sono ancora sconvolta dalla difficoltà nell’ottenere delle cure.. Mi spaventava il fatto che la prima speranza la si affida al curandero, una specie di stregone.. Mi intristisce sapere di tante vite che si spengono all’ interno delle capanne, che poi vengono abbandonate e lasciate cadere… La mia sensibilità è messa a dura prova, quando mi reco in visita a un cimitero.. Piccole croci, disposte in alcuni prati, perlopiù vicino a piante secolari.. Così come questi immensi alberi, sono il centro della vita sociale di questo popolo, durante la vita, così lo sono anche nel passaggio all’aldilà..
Ma il mio viaggio in Africa ha continuato a regalarmi sorprese… Dalle incomprensibili messe in Ronga e in Bitonga… Alla gioia dei canti…. Quasi sempre animati dai tamburi e maracas… La messa qui, era davvero una festa!!! Come il gioioso corteo della domenica delle palme… A cui ho partecipato a Mongoe!!! 12 km lungo la rossa strada che porta alla chiesa nuova… I ragazzi saltavano, correvano ed agitavano i lunghi rami delle palme.. Non abbiamo smesso un secondo di cantare, e per tutto il giorno quelle melodie hanno accompagnato i miei pensieri…
E’ stato molto emozionante partecipare alle celebrazioni del triduo pasquale… Partendo dall’ essenzialità del giovedi santo, dove una cappella povera e poco illuminata, si intonava al raccoglimento di quei ragazzi e non, che avrebbero poi ricevuto il battesimo e la comunione, il giorno di Pasqua… Notte di festa, quel 20 Aprile…
La funzione principale è stata in tarda serata, e anche se il buio rendeva tutto più complicato, l’ affluenza è stata pazzesca… L’allegria dei canti mi entra nelle vene, ed è stato speciale assistere all’ animazione delle ragazze del coro, coordinate con delle capulane tutte uguali, che hanno dato colore ai momenti più intensi della celebrazione…
Risurrezione, Battesimi e Comunioni… Impossibile non lasciarsi trasportare dalle emozioni.. Impossibile non guardare per 26 volte, il gesto di padre Ezio che, con una conchiglia, avvia a vita nuova quelle vesti bianche che riempiono la grande chiesa di Mongoe… E mentre il vento gioca con le palme, anche quella notte, ognuno torna alla sua capanna, felice per il dono della vita….
Ma c’è un momento in Africa, in cui tutto si ferma.. La vita sulle strade.. Il mare che corre avanti e indietro, sconvolto dalle maree.. Le palme che si accarezzano mosse dal vento…
Di notte tutto si ferma… Solo la luna si alzava lenta ed elegante sulla baia di Mongoe… Allungando il suo riflesso sino a me…. Nelle tante sere perse a guardare il cielo…. Laggiù, in lontananza, sentivo solo grilli e cicale… Tutto è lineare.. Tutto è in funzione di una natura troppo immensa per essere capita… Seduta fuori dalla cappella della missione, tante sere ho ringraziato Dio per avermi permesso di conoscere quell’ angolo di paradiso.. Tante volte ho pensato ai sogni di quei bambini.. Alle capanne piene di sorrisi e fatiche.. Alle mamà segnate dalla vecchiaia che sussurrano alle giovani donne, i segreti di una vita che corre via troppo veloce…
La mia permanenza in Mozambico mi ha riempito il cuore.. Per ciò che ho vissuto e per le persone speciali che ho incontrato e che mi hanno dato modo di capire davvero, il senso profondo della missione e del fare qualcosa per chi ha davvero più bisogno. Dopo che vedi, dopo che ti rendi conto di quanta povertà c’è, non puoi più non sentirti in parte responsabile di ciò che succede.. E di ciò che di bello potrebbe succedere.. E laggiù c’è davvero tanto bisogno di aiuto…
Ringrazio tutti, in primis padre Luca, per avere accolto la mia richiesta con una disponibilità pazzesca… Per l’ ospitalità a Marracuene e per avermi dato la possibilità di trascorrere giorni carichi di emozioni.. Ricorderò per sempre la pazienza e la premura di fra Franco che nei giorni a Mongoe è stato un papà attento e premuroso.. Ringrazio Luisa, Giorgio e Roberto con i quali i condiviso giornate intense, momenti di riflessione e tante risate… Ringrazio fra Alessandro per la sua tempra, per il suo stile e per il suo modo di farmi capire le cose.. Per l’ esempio e l’ affetto che riserva ai suoi ragazzi.. Nei suoi occhi brilla il nome di ognuno di loro.. Grazie a padre Agostino per la sua delicatezza e sensibilità, sempre accompagnata da una mente acuta e piena di pensieri.. Vi porterò per sempre nel cuore..
Non dimenticherò mai il sorriso e gli abbracci dei bimbi che ho incontrato! Quegli occhi grandi pieni di paure e speranze mi hanno strappato il cuore tante volte.. Desiderio di dolcezza infinita!
Farò tesoro di ogni attimo e mi aggrapperò a questo ricordo nei momenti tristi. Terrò le emozioni pure e semplici che ho vissuto, ben custodite nel cuore, e mi rifugerò in questi paesaggi ogni volta che non capirò la vita. Saprò ascoltare nel silenzio del cuore, il fruscio delle palme, il suono delle onde, il canto dei bambini. Sarà per me un grande regalo ogni volta che chiuderò gli occhi e rivedrò il mare di Mongoe. Mi sentirò parte di una natura e di un mondo troppo immenso per essere compreso.
Ricorderò la rossa terra dell’ Africa ogni volta che percorrerò una strada infinita.
Nel mio ultimo giorno, c’era lo stupore del primo.. ma d’ora ina avanti il mio battito non avrà confini!
Grazie.. Angela Colleoni