Quali sono i sentimenti a questo punto del tuo percorso vocazionale (la Prima Professione Religiosa) nella Congregazione della «Sacra Famiglia? Avendo trascorso un anno a Marracuene dedicandomi alla tappa del Noviziato Internazionale, ho attraversato molte esperienze come, ad esempio, la vita comunitaria, la preghiera, la condivisione con i bambini, eccetera…, che mi hanno aiutato a giungere alla decisione finale di diventare religioso della Congregazione della Sacra Famiglia. Ora come consacrato mi sento molto felice, sicuro, completo, rinnovato, vivo, cioè mi sento realizzato in tutto il mio essere. Ho il desiderio, in questa nuova tappa della mia vita, di continuare confidando sempre in Dio, lasciandomi modellare dai miei Superiori, approfondendo sempre più la conoscenza della Congregazione, della Fondatrice, degli studi teologici. Vorrei continuare nel mio cammino dando passi decisi e concreti.
Pronunciare i voti, cioè consacrare la propria vita a Gesù, è risposta di fede e di amore alla Sua chiamata. Cosa Gesù ha inteso rivelare “in te” lungo il Noviato? Gesù mi ha suggerito che colui che confida nel Suo amore e nella Sua misericordia, non sarà mai solo o infelice, anche stando lontano da casa, dalla famiglia, dagli amici, dalla patria. Ha rivelato al mio cuore che mi ha scelto per dare continuità alla Sua missione. Mi ha confidato che solo dando il meglio di me in tutto ciò che faccio, la ricompensa sarà grande; e, davvero, ho incontrato già questa ricompensa nel sorriso di tutti i bambini con cui sono entrato in relazione. Pertanto, Gesù mi ha detto che ero nel posto giusto.
Quale maturazione il tempo del Noviziato ? Il Noviziato è stato per me un tempo per «prendermi in mano». Una tappa esistenziale che mi ha fatto fare un cammino inverso e cioè, entrare nel mio intimo e scoprire cosa stavo cercando. Credo di essere cresciuto in quest’anno, ma soprattutto è maturata la mia umanità, poco a poco che l’esperienza avanzava. Il contatto con i bambini, (abbracciare, sorridere, insegnare, stare insieme, giocare, tenersi per mano) è stata una esperienza che mi hanno aiutato a rafforzare il desiderio di diventare religioso. Pertanto, la tappa del Noviziato ha indicato un ritorno a me stesso, in ciò che sono, per prendere – da lì dentro – una decisione di vita.
Certamente il Noviziato a Marracuene per il fatto di essere «internazionale» ti ha permesso di imparare molto. Non è vero? Il fatto che il Noviziato sia, per la nostra Famiglia religiosa, «internazionale» mi ha dato la possibilità di vivere un contatto familiare con altri religiosi e di meglio comprendere il grande valore dell’essere missionario. Ho interiorizzato che senza Dio non avrei mai potuto giungere dove ora sono. Ho appreso il valore della vita comunitaria. Ho sperimentato che con l’amore e la dedizione si possono fare molte cose; che un sorriso, un abbraccio, una parola amica, lo stare insieme possono cambiare qualcosa nella vita personale e in quella degli altri. Ho confidato più in me e nelle persone che mi accompagnano.
Intervista ad André Kleber dos Santos