Mercoledì – 3° di Quaresima

12814074_835606863215897_9185853288622219974_nVangelo Mt 5, 17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti… In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno senza che tutto sia compiuto… Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”.
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Quando uno pone a ristrutturare un vecchio edificio, si rende conto abbastanza presto che spenderebbe meno, se lo radesse al suolo, e ne costruisse un altro completamente nuovo. Questo criterio non possiamo applicarlo all’Antico Testamento nei riguardi del Nuovo: Gesù non lo permette.. Non si tratta di distruggere il”Vecchio” Testamento, per fare riferimento solamente al “Nuovo”, ma di vivere il vecchio in modo nuovo. In altre parole, l’Antico Testamento dobbiamo leggerlo e interpretarlo alla luce di Gesù. Il valore della legge rimane immutato. Dobbiamo continuare a interpretarla con l’intelligenza, a praticarla con la volontà, ma ad amarla anche con il cuore, sull’esempio di Cristo. Quello poi, che Gesù aggiunge alla legge antica non l’abolisce ma le dona uno spirito nuovo che la vivifica. Affinché queste idee ci divengano familiari, leggiamo spesso la Bibbia, meditiamola, preghiamola. Caso mai, meno televisione e più Sacra Scrittura.

Martedì – 3° di Quaresima

12524275_906581879455346_7960226507568701539_nVangelo Mt 18, 21-35
In quel tempo, giunto Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me?”… E Gesù gli rispose: “… A questo proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi…gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti… Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari…”.
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Pietro nel Vangelo chiede a Gesù quante volte bisogna perdonare il proprio fratello. I rabbini dicevano che Dio perdonava fino a tre volte; altre scuole dicevano che alla moglie si poteva perdonare una volta sola, mentre ai figli cinque volte. Quindi Pietro, basandosi sul detto che Dio perdonava tre volte, chiede se si dovesse perdonare sette volte, un buon numero! Ma il Signore gli risponde: «Settanta volte sette dovrai perdonare al fratello». Gesù vuol dire innumerevoli volte, un numero di volte che non si può contare, quindi sempre! Però Pietro, che voleva molto bene a Gesù, era un po’ cocciuto e il Signore, che lo conosceva bene, gli fa un racconto. Il padrone è il simbolo di Dio. Ogni peccato che noi facciamo contro Dio è sempre un qualcosa di infinitamente più grande dell’offesa che un altro possa fare a noi, quindi noi dobbiamo perdonare come perdona Dio. La misura del perdono è la misura di Dio: dobbiamo perdonare come il Signore perdona noi. Se tu vai dal Signore e gli dici: «Perdonami Signore, l’ho fatta grossa!» e poi non sei capace di perdonare colui che ha offeso te, il Signore ti dice: «No, non ti perdono perché io vi amo tutti e due nello stesso modo, e se tu sei figlio mio, devi perdonare come io perdono»

Lunedì – 3° di Quaresima

12798896_789162554517186_2358016590588259091_nVangelo Lc 4, 24-30
… «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno…

Riflessione
Dio suscita i suoi profeti per riportare il cuore dei figli al Padre. Gesù è un profeta particolare perché è Dio e uomo. Egli chiede a tutti di convertirsi, di cambiare vita, incominciando a cambiare mentalità, di ritornare a Dio. Il popolo si aspettava che Gesù fosse il liberatore dalla dominazione dei Romani, Gesù invece voleva la loro liberazione dai peccati, quindi un cambiamento di vita. Di fronte a Gesù, un solo atteggiamento: la conversione, per non servirci di Gesù ma per servire Gesù. La conversione avviene nei fatti concreti della vita, in cui dobbiamo scegliere. Il momento della nostra scelta è il momento della nostra conversione.

Domenica – 3° di Quaresima

12705329_10153968089499375_731904096345032240_nVangelo Lc 13, 1-9
… «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»…
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La parola conversione (che si addice molto a questo periodo di Quaresima) in greco è più significativa che in italiano. Convertirsi, in italiano, vuol dire voltarsi, fare una “manovra a U”, ritornare indietro, guardare qualcos’altro. Invece, in greco, è sempre conversione, però è la conversione della mente. Il Signore, quindi, chiede il cambiamento di mentalità che è sempre Peffetto di un incontro, e di un incontro con una persona molto precisa: Gesù. Nella misura in cui Cristo vi prende da dentro, voi diventate adulti. La nostra vita non è più legata alle circostanze o agli umori delle persone, al fatto che le persone siano buone o cattive, brave o no. Quando la nostra vita è ancora legata alle situazioni esterne, vuol dire che ancora siamo tanto infantili. Vuol dire che Cristo non domina in noi! Ricordatevelo sempre: tutte le stanchezze, gli avvilimenti, le delusioni, vengono da noi. Dal Signore viene la capacità di immolarsi per le anime per sempre! È dal Signore che viene la vita e la mia ricompensa non è qualcosa, ma è lui che mi ha agganciato a sé, e con lui vivo portando avanti la redenzione.

Sabato – 2° di Quaresima

12767960_10208673130456150_937828703_oVangelo Lc 15, 1-3.11-32 

… «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”… Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio… Si alzò e tornò da suo padre… suo padre lo vide, ebbe compassione …. “Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”… Il figlio maggiore si trovava nei campi… “ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”… ».
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Non va tanto accentuato il fatto del figlio che si era perduto perché la parabola è tutta incentrata sul fratello che non lo ha voluto accogliere. La parabola non è per il peccatore, ma per il fratello che non l’ha accolto; era rivolta al popolo ebraico che non voleva ricevere i pagani. Infatti, il grande problema sono i fratelli che non accolgono. «Ha sperperato tutto il denaro in bagordi e prostitute e tu gli fai anche festa, bella giustizia, ma mandalo via!» e il padre invece gli dice: «Figlio mio, tu sei sempre stato con me, quello che è mio è tuo, questo figlio era morto, è resuscitato, era perduto ed è ritornato». Il problema era questo: quel figlio era stato sempre nella casa del padre, ma non era mai entrato nel cuore del padre. Quando diventiamo esigenti verso gli altri, e prima non ci chiediamo se per caso abbiamo la trave nei nostri occhi , sarà meglio che facciamo un’ora di adorazione! Solo entrando nel cuore del Padre si capisce, si fa festa! Per capire queste cose dovete stare con Dio!

Venerdì – 2° di Quaresima

.facebook_1456389597283Vangelo Mt 21, 33-43.45-46

… «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna… La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono… »… «… Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro…

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Gesù viene crocifisso per invidia dei capi, ma nel medesimo tempo quella morte libera tanti e tanti dal dominio dell’invidia. Quella morte espia il peccato d’invidia, cioè purifica (espiare = purificare) gli uomini da quel peccato e apre una nuova via nei rapporti umani. Allo stesso modo tutti coloro che portano su di sé le conseguenze dei peccati degli altri (gli «angeli crocefissi»), uniti a Gesù espiano (purificano) tutti coloro che vengono a contatto con loro ed avviano un processo di purificazione che si estende sempre più. Così si forma un nuovo popolo, il popolo santo di Dio.

Pellegrinaggi 2016

Il Santuario Madonna della Bozzola sito a Garlasco (Pv) in collaborazione con il Centro Missionario Sacra Famiglia, propongono questi itinerari spirituali nell’anno della Misericordia e nel 200° della nascita di Santa Paola Elisabetta Cerioli.

Anche il Centro educativo di Martinengo con i religiosi propongono un pellegrinaggio-gita a Roma.

Buon Anno Santo

12341545_10154405195515476_8906794911610284779_nIeri 13 Dicembre,nel mondo intero sono state aperte le porte di migliaia di chiese in occasione dell’Anno Santo della Misericordia. Anche noi abbiamo voluto aprire simbolicamente la porta della Chiesa di Mongue,nostra missione mozambicana: non una porta di bronzo né di materiale prezioso ma di foglie di cocco. Non una cattedrale imponente ma una Chiesa di paglia, molto semplice, come semplice è la gente che ha pregato con noi. Buon Anno Santo a tutti!