Martedì – 2.a di Pasqua

CatturaFVangelo Gv 3, 7-15
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»… «… Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo… ».

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Per poter condurre la vita umana, perché sia veramente umana, è necessario rinascere dall’alto, cioè rinascere per un nuovo seme di vita che viene messo dentro di noi e che diventa un principio attivo. Il Signore ce lo ha rivelato: questa rinascita dall’alto non è altro che accogliere il dono che il Signore ci fa della sua stessa vita. Noi su questa terra, già dal Battesimo, partecipiamo alla vita che è definitiva perché è eterna. Si vede bene quando questa vita agisce dentro di noi, perché colui che già vive questa vita è un affamato della realtà divina. Pur nella sua umiltà, semplicità, ha una marcia in più, ha qualcosa dentro che anche i non credenti percepiscono. Come viviamo, noi, questa certezza che garantisce il Signore? Se noi crediamo nella vita eterna lo si vede dal come viviamo su questa terra, perché viviamo già nella vita eterna. Proviamo a guardare nel nostro cuore se crediamo veramente nella vita eterna, perché se ci crediamo veramente bisogna essere forti, vivi. Chiediamo perdono per tutte le volte in cui viviamo quello che non è vita.

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

CatturaAVangelo Lc 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine… «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio… »… Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»…

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Maria è la vergine che concepisce. A me colpisce moltissimo la parola che dice l’angelo all’annunciazione: «Piena di grazia, il Signore è con te. Dio ha pensato di farti essere madre». Lei si turba: «Come potrà avvenire questo?». Il momento profondo di riflessione e poi il grido: «Ecco, io sono la serva del Signore» con tutte le terribili conseguenze. E appena Maria dice: «Ecco, sono la serva del Signore», subito «Il Verbo si è fatto carne» (Gv 1,14). Io ho visto che soltanto quando noi diciamo «Sono il tuo servo, Signore, mandami lì; mandami là, mandami dove vuoi, non ha più importanza per me, l’importante è che io ami, sono fratello di tutti»; subito il Verbo si fa carne. Anche oggi passa attraverso il nostro sì l’incarnazione di Cristo. Non passa attraverso le nostre parole, se non minimamente, ma Cristo si incarna nel nostro sì momento per momento.

Domenica – 2.a Domenica di Pasqua

7420Vangelo Gv 20, 19-31
… E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»…
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«Come il Padre ha mandato me, così io mando voi», cioè come il Padre mi ha mandato per salvare il mondo, per portare la verità e per portare la vita, io mando voi. La Chiesa è stata fondata su Pietro, ed è avvenuta la successione apostolica: vuol dire che il mandato e lo Spirito Santo dati agli apostoli vengono trasmessi autorevolmente da vescovo a vescovo fino ad oggi.Sia benedetto il Signore! Il sogno di Cristo: un solo ovile, un solo pastore, passerà attraverso i vescovi e attraverso il Sommo Pontefice! Non dobbiamo temere! Poi il dono del perdono che ha dato attraverso degli uomini semplici. Ogni volta che ci andiamo a confessare noi diamo aDio la gioia di perdonarci! Invece di pensare ai nostri peccati proviamo a pensare a Dio che ci ama, che ci vuole abbracciare, e quando andiamo a confessarci gli diamo la gioia del perdono, cioè la gioia dell’abbraccio. Quando sentirete il bisogno di arrivare ad essere solo di Gesù, avvertirete tanto il bisogno di confessarvi!

Sabato – Ottava di Pasqua

 

Cattural

Vangelo Mc 16, 9-15
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero…

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Il nostro amore a una persona si conferma e si rafforza quando parliamo di lei ad altri, che gioiscono per la nostra gioia. Una prova del nostro amore a Gesù è il desiderio che sia amato da altri, da tutti. È l’unico per te e vuoi che sia l’unico per tutti, perché è l’unico. Egli ti ha guarito, gli sei grato, lo ami. Tu vuoi allora che tutti guariscano perché lo possano fissare negli occhi, grati per la guarigione ricevuta e più ancora perché tutti capiscano che solo lui guarisce. Quando uno ha trovato la medicina che l’ha guarito, la propone a tutti coloro che hanno la malattia di cui lui ha sofferto. Così, guariti da Gesù, andiamo a dire a tutti che lui è la medicina che guarisce. La nostra gioia è la garanzia che la medicina è efficace. Nessuna realtà limi tata nella qualità e nel tempo può essere risposta alle attese del cuore umano. Gesù è l’infinito a portata dell’uomo. Entrando in Gesù, l’uomo inizia un cammino che è pienezza totale e divenire senza termine. Predicate a tutte le genti, con la vita convertita a lui, che il Signore Gesù è la misura dell’uomo!

Venerdì Ottava di Pasqua

CatturaDVangelo Gv 21, 1-14
… Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «è il Signore!»…
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Un apostolo che aveva una profonda amicizia con Gesù, dalla barca dove si trovava riconosce quell’uomo che era sulla spiaggia: è Gesù! C’è un’intelligenza d’amore. Che significa? Certe cose si capiscono solo nella misura in cui si ama. È l’amore a Gesù che ci fa capire il significato degli avvenimenti, anche i più contraddittori. È l’amore a Gesù che ci fa capire il significato vero di tutto e l’ordine infinito dell’apparente disordine. È l’amore a Gesù che, diretto agli uomini, crea la fraternità più profonda e coinvolgente. È l’amore a Gesù che fa dei vescovi dei pastori che suscitano e sviluppano una profonda conoscenza vicendevole: «lo conosco le mie pecorelle e le mie pecorelle conoscono me» (Gv 10,14). È l’amore a Gesù che spinge ad agire in modo che i fedeli prendano coscienza di essere popolo e di vivere come popolo. I nostri vescovi sono fondamento di questo popolo.

Giovedì – Ottava di Pasqua

CatturaBVangelo Lc 24, 35-48
… Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?… Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi»…
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Gesù distingue il suo modo di esistere da risorto dal modo di vivere precedente la risurrezione, per questo il verbo è all’imperfetto: «Quando ero ancora con voi». Gesù spiega ciò che sta scritto: «Il Messia doveva morire, ma il terzo giorno doveva risuscitare dai morti». Gesù entra nel profondo del loro cuore, rivelando il suo cuore, che è cuore di Dio. Egli ha scelto di amare. Non poteva scegliere diversamente perché Dio è amore, e lui è Dio. L’amore si scioglie per l’amato. Egli ha scelto di amare coloro che non lo amano: questi rispondono al suo amore con la derisione: «Ha salvato altri, salvi se stesso»; con lo scherno: «Scenda dalla croce»; con l’indifferenza sprezzante: «Passando sotto la croce scrollavano il capo» (cfr. Mc 15,29-32). Gesù ha scelto di amare anche coloro che lo hanno abbandonato ed ucciso. Occorre lasciarsi amare da Gesù che dà la vita per chi ama.

Mercoledì – Ottava di Pasqua

12509708_944104395678013_8938044420766750129_nVangelo Lc 24, 13-35
… Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?»… «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno… lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele… ». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?»…
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Gesù cammina con loro, ma essi non riescono a riconoscerlo. Perché? Sono vicini eppure sono molto lontani. Gesù è nella dimensione del risorto; essi invece sono troppo immersi in se stessi. Si erano creati delle illusioni, avevano accarezzato dei sogni: quel profeta poteva servire al loro scopo. Invece la condanna a morte, la Crocifissione: era andata proprio male! Gesù non demorde ed entra nel loro animo passando attraverso i loro discorsi. Li toglie dalla solitudine chiedendo loro: «Quali discorsi state facendo?» Essi riversano il loro tormento; Gesù va dritto al problema: devono accettare Gesù per quello che è, accettare un Messia diverso da quello che si erano costruiti, accettare un Gesù non a uso e consumo proprio! «Sciocchi e tardi di cuore. Bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria»: l’efficacia della missione di Cristo richiede necessariamente la sofferenza. Perché era necessario che Gesù soffrisse? Perché ha scelto di amare sino all’estremo. Lui è Dio e l’amore per natura sua contiene in sé l’immolazione, perché l’amore vero si scioglie perché l’altro fiorisca.

Martedì – Settimana Santa

CatturabVangelo Gv 13, 21-33.36-38
… «… dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
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«Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». In altre parole Gesù dice a Pietro: «Anche tu non reggerai il confronto con coloro che mi sono nemici». Quando arriva la prova, tutti scappano. Anche a noi all’arrivo della prova scappiamo. La prova è una situazione particolare in cui tu vedi qual è la volontà di Dio, però ti trovi in un complesso di situazioni tali che il tuo essere non vuole fare la volontà di Dio. Ci sono dei sì a Gesù che costano sangue. La vittoria è un balzo in avanti nel cammino di Dio e la luce si fa più vicina, si fa più presente. La preghiera nella prova si chiama: preghiera di coincidenza della mia volontà con la volontà di Dio. Effetto della preghiera: mi sento trasferito in Dio, lui regna nel mio cuore e la carne, pur essendo debole, è stata superata. L’insistenza nella preghiera è la condizione per cui il Signore vinca in te.

Lunedì – Settimana Santa

CatturaaVangelo Gv 12, 1-11
… Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo… «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me»…
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Guardate il rapporto che Gesù ha: si lascia profumare, si lascia asciugare i piedi con i capelli da quella donna. È importante questo, perché significa che ha capito che lei gli voleva bene come lui le voleva bene, e quindi viveva un rapporto affettivo. Nasce un’affettività che consiste nel capirsi e che, nello stesso tempo, riporta la persona alla verità. Mi preme dirvi che Gesù ama anche con il sentimento, perché non pensiamo che l’amore sia una cosa disincarnata. Dalla Genesi sappiamo che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio, è fatto con dei sentimenti. Se Gesù piange, vuol dire che ha dei sentimenti; se Gesù si commuove, se piange su Gerusalemme perché non l’ha accolto, vuol dire che ha dei sentimenti. Non andiamo a Dio come angeli, ma andiamo a Dio come uomini, con la nostra ricchezza affettiva, con la nostra ricchezza di sentimenti, con la nostra ricchezza di difetti, con la nostra ricchezza di umanità che abbiamo. Quando noi andiamo al Signore, andiamo con tutta questa pienezza di noi stessi: è la tua persona che si incontra con il Signore che opera dentro di te e agisce dentro di te, per cui quando tu ti metti davanti a lui e ti poni nella preghiera gli dici: «Eccomi, o Signore».